Francesco Bombardi, scultore ha attravrsato le stanze della propria mente e dell'inconscio collettivo.
Nella scultura di Bombardi c’è una dimensione religiosa che induce al silenzio e al rispetto. Siamo di fronte al sacro: sacralità ancestrale e universale che è ricerca, interrogazione, indagine sul senso dell’ esistere, e può avere esiti opposti e dissonanti, ma comunque avviene nell’eloquente silenzio della solitudine rischiarata dalla luce della creatività. consapevolezza
Diverse le solitudini rappresentate dall’artista. Solitudini imposte e subite, prigionie oscure, solitudini cercate e illuminate da una acquisita di sé. Solitudini possibili da raccontare soltanto attraverso il linguaggio simbolico dell’arte.
Le stanze di Bombardi, attraversate da fremiti di dolore, di timore, di ribellione, di nostalgia e di vigore, raffigurano nella simbologia dei linguaggi dotti e appassionati il mondo interno dell’artista: muri da abbattere per sciogliere il dolore dell’esistere prigioniero.
E in tutti questi spazi immaginari risuona l’eco di presenti turbamenti di passate sofferenze, di arcaiche suggestioni.
L’artista viandante della vita, si muove tra le “stanze” della propria mente, resta imprigionato, intravede dei varchi troppo stretti, riesce a uscirne.
L’ approdo finale - Mero mentore- è inizio di altri viaggi, di rinnovate tempeste, rinnovate sfide e rinnovati desideri. Il navigatore solitario, uscito dalla prigionia dei muri o delle sbarre e può solcare il mare della vita: la imbarcazione che lo avvolge, lo protegge e lo trattiene.
Il silenzio solenne, l’armonia composta dello spazio rinascimentale che accoglie le opere di Bombardi si riempie dell’eco di voci arcaiche, del sussurro di presenti emozioni, dei fremiti della nostalgia, del fruscio leggero dei sogni.
E su tutto, allo sguardo della mente si impone il reiterato simbolo primo della vita: la femminilità, divinità ancestrale, principio del vivere e del morire, antica dea terra, madre che, sola e unica, accoglie le ceneri dei figli che ha partorito .
giovedì 28 dicembre 2006
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